Addio campanaro

Per tanti anni il campanaro di Gignese fu il Giovanni Martellini, cieco in vecchiaia, uomo mite e silenzioso.
Saliva dalla « baia del re » all’alba e tastava con le mani i muri delle vecchie case e a tentoni giungeva sotto il portico della Chiesa; qui levava dalla capace tasca una grande chiave e con rumore di cigolii apriva il pesante portone. Sveltamente, ormai sicuro dei suoi passi, raggiungeva la torre campanaria e suonava l’Ave Maria. La gente sentiva l’amico richiamo e diceva : « è l’ora di levarsi ». La sera il campanaro ripeteva il percorso ed avvisava con l’argenteo’ suono che la giornata era terminata.
E così per tanti e tanti anni !
Al campanaro Martellini, scomparso ultraottantenne, subentrò il Giacomo Ricardi un gran, galantuomo; pure lui saliva dalla « baia ». Anche lui saliva adagio adagio perché una gamba era invalida dalla grande guerra. Giorno dopo giorno, suonò per noi le ave Marie, le ore lieti e quelle tristi della Comunità.
Erano due figure tipiche, ed ora non ci sono più. I tempi sono cambiati e non è facile trovare oggi un campanaro. Eppure il « servizio » del suono delle campane deve essere fatto al paese; cosi don Virgilio, con lodevole tempestività, ha provveduto ad « automatizzare » le campane. Suonano puntuali e come sempre il loro suono è amico ; eppure qualcosa manca. Manca la mano dello uomo, quella del campanaro! Manca un po’ di poesia. Ma il progresso così vuole! E’ d’uopo accettare!
Addio vecchi cari campanari! che avete suonato per il nostro battesimo, per il nostro matrimonio, per i nostri vivi e i nostri morti. Addio e grazie!

                                                                                                                         C. A.

da Genesium anno 1980 n°3