RICORDI

I FIGLI MIGLIORI DI GIGNESE PERCHE’ DI LORO “MEMORIA RESTI”

Caduti nella guerra 1915-18:
Anghini Giuseppe, Battilotti Giacomo, Costa Rocco, Grippa Apollonio, Danini Pietro, Ferri Antonio, Fossati Virgilio, Gilardini Pierino, Malandra Maurizio, Mariani Alessandro, Martinetti Giuseppe, Martinetti Leonberto, Possi Arnaldo, Possi Remo, Pozzi Mario, Righini Defendente, Zanni Luigi.
Caduti nella guerra 1940-45 e Liberazione:
Molinari Giuseppe, Peroni Giovanni, Righini Alfredo, Fadanno Francesco, Fagnoni Giorgio, Tondina Pietro.

UN ANZIANO CI PARLA

Se il mio incedere è incerto
e le mie mani inabili:
sorreggetemi.
Se le mie orecchie sono deboli
e devono fare sforzo
per udire la vostra voce:
compatitemi.
Se la mia vista è imperfetta
e il mio intendimento è più scarso:
aiutatemi.
Se le mie mani tremano
e rovescio il vino sulla tavola:
fate finta di non vedere.
Se mi incontrate sulla strada: fermatevi a chiacchierare con me.
Se mi vedete solo, triste: sorridetemi.
Se per la terza volta in un giorno vi racconto la stessa storia:
abbiate pazienza.
Se mi comporto da bambino: circondatemi d’affetto.
Se non penso mai alla morte: aiutatemi a prepararmi al trapasso.
Se sono infermo e ingombrante: assistetemi.
Benedetti coloro che mi amano e non mi fanno piangere.
anno 1984

Teatro 1955
Ben riuscita la serata di domenica 20 sc. al Ricreatorio Don Bosco. La filodrammatica rappresentò il «Chirurgo» di Cavagnera.
Una trama semplice, ma commovente ed ottimamente svolta. Tutti gli interpreti meritano un vivo elogio e tutti qui li ricordiamo: dal nostro Sindaco [Carlo Aceti] (il Chirurgo) al sig. Pecora, al Francesco Molinari, al Santo Calligaro, al nostro Consigliere Enrico Tondina, dal Remo De Gaudenzi ai fratelli Attilio ed Umberto Aceti, al Romano Tamburini ed alla piccola Aldina Tabarini [Muraro].
Un invito alla concordia rinnovò il rev. don Giuseppe [Marcodini] e noi ce ne facciamo eco con l’augurio che risuoni e sia accolto nel cuore di tutti. Anche la farsa finale, dove agli attori sopra ricordati si aggiunsero Carletto Meda e Robertino Aceti, riscosse gli applausi del numeroso pubblico. Dietro le scene vi erano altri collaboratori dei nostri attori. Noi non li abbiamo potuti vedere e li ricordiamo così, in modo anonimo e collettivo, citando per tutti il regista Cardani ed il solerte Viotto. La recita era a beneficio del corredo sportivo dei nostri giovani calciatori.

Emiliano Bertone

Tifo per il giuoco del calcio anche sulle pendici del Mottarone

Anche sulla nostra montagna si fa il tifo per il giuoco del calcio.
A Gignese — la piccola Saint Vincent del Mottarone — grazie al vivo interessamento del Sindaco, geom. Aceti, ed alla paziente opera educativa di don Giuseppe [Marcodini] è stata varata una squadra calcistica che ha esordito, registrando la prima vittoria, incontrandosi con quella pure composta di reclute, della frazione stresiana di Someraro.
Il campo, di proprietà dell’«Hotel Panorama», è piuttosto ridotto nelle regolamentari misure ma è pure ridotto il numero dei componenti le squadre, come vediamo dalla foto dei giocatori alla quale, per incoraggiamento accordiamo l’onore della stampa. Così Gignese, o meglio i gignesini, che per parecchi anni ebbero il piacere di ospitare alleeremo» di Alpino gli «azzurri nazionali» (affidati a Pozzo qualche giorno prima dei grandi incontri calcistici) accompagnandoli poi col pensiero a Los Angeles e ad Helsinki ora, col cardiopalma, seguiranno ed assisteranno i loro piccoli Meazza sui campi di Massino, di Brovello e degli altri agonistici rettangoli sportivi che sorgeranno sulle alpestri località mottaroniane.

Da “Il Gazzettino di Stresa”, maggio 1955

da sinistra in piedi:
                                Sandro Guglielmina,
                                Francesco Aceti,
                                Bruno Strola,
                                Gianfranco Viotto,

accovacciati:          Giancarlo Zani,
                                Gianni Anghini,
                                Collina,
                                 Romano Tamburini,

1961:

ma in quanti eravamo?!
“fantastici anni ’60” lo furono anche per lo straordinario numero dei giovani, nati nell’immediato dopo guerra. Don Benvenuto, il quale tutto annotava, in un “Genesium” del 1961 ci fornisce un quadro dettagliato della gioventù di allora. Va precisato che vi erano molti ragazzi dell’ex Istituto Righini – Complimenti per il restauro dell’ insegna! -. Alcuni non ci sono più; altri sono sparsi per il mondo, ma ci fa piacere ricordarli qui: “Formidabili quegli anni!”.
Trentacinque studenti hanno lasciato Gignese per riprendere gli studi:
A Milano: Giorgio Benedek, Fisica all’ Università degli Studi; Rino Malandra e Pinuccio Giop, avviamento professionale.
A Novara: Teresina Moretti, commerciale; Maurizio Moretti, Istituto Salesiano e Mario Tondina, Bellini Istituto tessile.
A Biella: Vittorio Grassi, Istituto industriale.
A Intra: Istituto Cobianchi, Antonio Rizzi (elettrotecnico); Bortolo [Lino] Rizzi e Roberto Ricci.
A Pallanza: Valeria Aceti (ragioneria) e Franca Maestri (commerciale).
A Stresa: Collegio Rosmini, scuole medie, Piero Aceti, Giovanni Tondina, Valeriano Tondina e Enzo Aceti — Scuole medie statali: Pierangelo Aceti e Giuseppina Conti —
Alberghiera: Mariangela Giovanetti, Bruno Aceti, Alessandro Molinari e Roberto Aceti
— Commerciali: Renato De Gaudenzi
— Avviamento professionale: Gianni Silvola, Anna Alessio Anghini, Rosa Molinari, Emilia Moise, Mariangela Tosi, Andreana Alessio Anghini e Maria Grazia Martinetti
— Elementari: Franco Moise dell’Alpino.
A Baveno: Antonietta Grassi e Teresa Toma, avviamento commerciale.
Ad Arona: Luigi Motta, ragioneria.
A Besozzo: Rina Molinari, lingue.
A Brescia: Guglielmo Aceti, geometri.
A Gozzano: Vittorio Girardi ed Adriano Conti, elementari.
A Londra: Graziella Anghini e Gabriella Tozzi (inglese).
A Gignese hanno preso il via sessantaquattro alunni nelle elementari, trentuno nel Collegio Righini e ventitré nell’Asilo Scuola Materna.

Stemma dell'istituto Righini


1906 –
Il 17 novembre nasceva a Torino lo scrittore, giornalista e regista Mario Soldati. Lo ricordiamo per la sua predilezione per il nostro paese, dove venne per molti anni a villeggiare al Panorama, un albergo ormai da anni condannato ad una squallida quanto penosa rovina.
Soldati aveva collaborato alla sceneggiatura del film di Mario Camerini “Gli uomini, che mascalzoni”, con la celebre scena del ballo di De Sica nella locanda di Meina.
Aveva poi scoperto questi luoghi passando in bicicletta, nel 1934, con l’amico scrittore Mario Bonfantini, quando da Novara erano risaliti alla ricerca di un posto tranquillo dove poter lavorare. La scelta cadde poi sul piccolo paese di Corconio, dove trascorsero due intensi anni.
Con Bonfantini, nel 1940, Soldati scrisse la sceneggiatura del film “Piccolo mondo antico”, la cui scena finale fu girata all’Isola Bella con le comparse provenienti da tutti i paesi dei dintorni.
Negli anni del dopoguerra Soldati tornò sul lago, e di questi soggiorni restano molte tracce nei suoi scritti. Ricordiamo il racconto “L’eremita moderno” dedicato ad Evaristo Collina, il guardiano della centrale elettrica al Panorama; certe vicende ambientate a Levo, a Gignese, alla Madonna del Sasso; ma soprattutto il racconto che ha dato il titolo al libro “La Messa dei villeggianti”. Il libro venne infatti dedicato a don Vittorio Genta, Parroco di Vezzo dal 1952 al 1966, quale ispiratore del racconto. Lo scrittore, portando i figli a Messa a Vezzo ascoltò da quel Parroco un’omelia di profonda sensibilità e ne fu intimamente toccato.

Mario Soldati (Torino, 17 novembre 1906 – Tellaro, 19 giugno 1999)
Copertina del libro " La messa dei villeggianti "


1946 –
Com’è noto, fino al 1928 Gignese, Vezzo e Nocco erano Comuni autonomi, e solo a quella data vennero riuniti in un solo Comune con denominazione e sede Gignese. Era una iniziativa del Governo fascista, e appena finita la guerra molti paesi chiesero di riottenere l’autonomia. Ci riuscì Belgirate, che era stata aggregata a Lesa. Non ci riuscì invece Vezzo, come risulta da un documento del 1946: «Il Ministero degli Interni ha respinto richiesta dei frazionisti di Vezzo per la ricostituzione in Comune autonomo».
Il Sempione del 1946 ricorda anche il neo laureato dell’Università di Torino, dott. Emiliano Bertone, e la sconfitta, sul campo di Pianezza, di Gignese contro l’A.C. Viscontea di Massino per 4 a 2.


1956 –
Il 24 novembre 1956 periva tragicamente ad Orly il musicista novarese Guido Cantelli, allievo prediletto di Arturo Toscanini e suo successore alla Scala.
Quando Toscanini villeggiava alla fine degli anni Venti all’Alpino, aveva con sé, nella villa La Genzianella, l’amico Cantelli. Armando Molinari racconta che suo padre, l’indimenticato Pasquale, aveva una fotografia nella quale egli suonava nella Banda di Novara diretta da Cantelli padre, e il figlio Guido gliela chiese, senza poterla più restituire.

(Parma, 25 marzo 1867 – New York, 16 gennaio 1957)
Pasquale il papà di Armando Molinari

Per Don Benvenuto Del signore

Ringraziarne don Benvenuto, arciprete, che per diciotto anni ci ha elargito la parola di Dio.
Possano le preghiere di don Virgilio e di tutti noi già suoi parrocchiani rendergli grazia.
Della sua permanenza tra noi ci rimangono segni tangibili di opere che degnamente testimoniano il suo amore per la Parrocchia.
Elenco dei parroci di Gignese, dalla erezione in parrocchia ad oggi:

1) Giovanni Libertini, dal 1609 al 1642;
2) Antonio Ferrari, dal 1642 al 1680;
3) Guglielmo Tamiotti da Rossa in Valsesia, dal 1680 al 1710;
4) D. Giovanni B. De Antonis da Vezzo, dal 1710 al 1751;
6) Carlo Guazzi da Coiromonte, dal 1760 al 1764;
7) Giuseppe Farinelli da Castroleone, dal 1764 al 1773;
8) Giovanni B. De Donatis da Carpugnino, dal 1775 al 1781;
9) C. Francesco Piroli da Luciago Cuzago, dal 1782 al 1814;
10) Bartolomeo Falciola da Stropino, dal 1816 al 1856;
11) Giovanni Cantadore da Craveggia, dal 1856 al 1857;
12) Carlo Cuzzi da Suna, dal 1861 al 1872;
13) Pietro Bottelli da Galliate, dal 1874 al 1877;
14) Matteo Fazio da Ferrazzano, dal 1879 al 1881;
15) Felice Zaccheo da Arona, dal 1884 al 1895;
16) Giuseppe Picena da Graglia, dal 1896 al 1928. Sepolto a Gignese.
17) Giovanni Prandi da Bellinzago, dal 1929 al 1955. Sepolto a Gignese.
18) Mario Jelmoli da Ghevio, dal 1955 al 1960. Trasferitesi a Carciano, dove mori nel 1974;
19) Benvenuto del Signore da Brovello, dal 1960 al 1979. Rinuncia per malattia;
20) Virgilio Pozzato da Morghengo dal 27 gennaio 1980.

• LUGLIO 1979

Martedì sera, 24 luglio, scorso, il nostro arciprete don Benvenuto Del Signore veniva ricoverato a Pallanza per un improvviso malore.
Il suo stato di salute non è nel frattempo migliorato, e ciò ha indotto il nostro vescovo ad affidare la reggenza della parrocchia al vicario foraneo, arciprete di Stresa, coadiuvato da altri sacerdoti, nell’affollato e impegnativo mese di agosto.
Per le pratiche amministrative, lo stesso vescovo nominava un Consiglio Parrocchiale provvisorio, composto dai sigg. C. Aceti, L. Motta, V. Grassi e A. Garavaglia.
Poiché la costante presenza di un sacerdote in paese non può però essere garantita a causa dei molteplici impegni dell’arciprete di Stresa e dai parroci viciniori, il vescovo ha fatto sapere di voler provvedere ad un parroco coadiutore che si occupi provvisoriamente della Parrocchia, in attesa dell’evolversi della situazione.
Nel mentre formuliamo al nostro arciprete i nostri più cari auguri per la sua salute, ringraziamo altresì tutti coloro che in questi difficili momenti testimoniano con la presenza e l’operato, l’amore alla Parrocchia e alla sua Comunità.

• AGOSTO 1979Nella notte 11-12 agosto un incendio infieriva il colpo mortale al Grand Hotel Alpino, già fatto segno da ladri e teppisti. Si è ancora in attesa di una conclusione definitiva per questa vicenda che si trascina stancamente ormai da troppi anni.

• SETTEMBRE 1979

II 1° sett. il Cons. Parr. aveva un breve incontro a Miasino con il nostro vescovo Aldo, il quale si informò sulle condizioni di salute di don Benvenuto e sulla situazione spirituale e amministrativa della parrocchia. Non ci furono lesinate parole di incoraggiamento di speranza.
Don Primo Chiesa regge provvisoriamente la nostra Parrocchia da sabato 15 settembre.
Inviato qui dal nostro Vescovo Aldo Del Monte avrà cura delle nostre anime e farà tesoro della sua esperienza pastorale e missionaria.
Infatti don Primo, in passato, ha retto per 4 anni la Parrocchia di Sambughetto e per 14 anni quella di Colazza; poi per 20 anni fu cappellano-missionario sulle nostre più prestigiose navi che facevano la spola tra l’Italia e l’America dal sud e in altre parti del mondo.
Don Primo pur tenendo casa presso cugini a Milano, da diversi anni, ha messo a disposizione della Curia di Novara la sua volontà di « servizio » specialmente per le « reggenze » urgenti.
Siamo grati al nostro Vescovo che ha così voluto colmare un temporaneo vuoto nelle cure delle anime del nostro paese.
A don Primo un saluto cordiale e riconoscente, la assicurazione della nostra disponibilità e collaborazione; unita a molti auguri per un sereno e proficuo lavoro.
Il 23 settembre veniva inaugurato il salone superiore del Museo dell’Ombrello. L’allestimento è stato curato dall’architetto Bazzoni, che ha illustrato agli intervenuti motivazioni e difficoltà della sistemazione. Nel corso della cerimonia, alla presenza di numerosi amici del Museo, il presidente dell’Associazione sig. Susanna scopriva una lapide.

DICEMBRE 1979

• Durante le Messe di domenica 16 dicembre, don Primo informava i fedeli che la scelta del Vescovo era caduta su don Virgilio Pezzato, parroco di Cameriano e Orfengo.
Purtroppo ci veniva pure comunicata la triste notizia della morte della mamma di don Virgilio, al venerdì precedente. Al suo funerale partecipava don Primo, mentre il C.P.P. inviava a nome della comunità telegramma di condoglianze.

UNA SCHOLA CANTORUM
Le ombre della sera hanno avvolto anche la grande Chiesa e la canonica; il silenzio è grande, le viuzze sono deserte e sibila il vento freddo. Ma si odono dei passi quasi furtivi: ecco salire su dalla ruga degli agnelli, Vittorio intabarrato e tutto compresso nei suoi pensieri di poesia; poi arriva trafelato come sempre il Valeriano che scarica dalla sua utilitaria una mezza dozzina di ragazzini; Luigi e la Nucci Antonietta e Sandro giungono con falcate felpate; la Marzia sale dalla baia del re. Più tardi alla spicciolata, infreddoliti, arrivano Mauro, Paolo, Patrizia, e poi ancora la Nadia il Piero e Ringo ed altri ancora, come congiurati chiamati ad una riunione di carbonari.
Qualcuno ha aperto il massiccio portone della Chiesa, entrano silenziosi in fila indiana.
Più tardi a chi dovesse passare ai piedi delle scalinate, capiterà di sentire le note dell’organo e voci giovanili che provando e riprovando cantano le lodi del Signore.
E’ la nuova schola cantorum che in umiltà e dedizione rallegra e solennizza le funzioni religiose. Quanti sacrifici, buona volontà e che esempio di dedizione ci viene da questi giovani! Il cuore si apre alla speranza, per non dire alla certezza, che questi giovani preparano per loro e per noi un avvenire più bello più sereno fatto di fortezza cristiana: ne sentiamo la necessità.
Grazie giovani tutti della rinata schola cantorum.

UN SERVIZIO
Egidio Bertola, che ricordiamo negli anni passati deus ex macchina con Santo Calligaro dedicarsi ai « giochi della gioventù del Vergante » che tanto bene hanno fatto, ha accettato il gravoso compito di « presidente » della altamente benemerita banda musicale del Mottarone che allieta le cerimonie dei nostri paesi. Accettare, specie oggi, questi incarichi, vuoi dire spirito di servizio, attaccamento alle tradizioni, amore per la terra Mottaroniana. Significa impiegare tempo, salute, denaro. Ma fin quando c’è gente che fa questo, non per mettersi in mostra, ma per aiutare a tenere vive le tradizioni, vuoi dire che è bene sperare nel progresso anche civico della comunità.
Rallegramenti ed auguri quindi al caro Egidio.

NUOVA SALA RIUNIONE
Molto presto saranno terminati, nei locali al piano seminterrato del Museo dell’ombrello, i lavori che daranno a Gignese Nocco Vezzo e Alpino una degna sede per riunioni, rappresentazioni, esposizioni, sede della biblioteca ed all’occorrenza sala del Consiglio e ricevimento autorità.
Anche qui, senza tanto clamore, ma con tanta tenacia si opera da parte della Amministrazione comunale per dare alla comunità un motivo per trovarci, per unirci sempre più; un ambiente ove aprirsi al prossimo, al dibattito civile e rispettoso; in una parola: un luogo ove si creano le premesse per fare « cultura », quindi per il progresso civico nel segno della libertà.

GENNAIO 1980

• Durante le recenti Feste Natalizie abbiamo avuto il piacere di ricevere due gradite visite.
Un breve incontro con il nostro vescovo Aldo il quale, di passaggio da Gignese, ha voluto visitare la casa parrocchiale e informarsi sui preparativi per l’arrivo del nuovo parroco.
Don Virgilio Pezzato è poi venuto anch’egli a visitare il. paese e conoscere un po’ meglio la sua futura parrocchia.
L’impressione ricevuta è senz’altro positiva e siamo certi che il nostro giudizio sarà confortato dal consenso dei parrocchiani.
Ciò che più ci ha colpito in lui sono stati la semplicità d’animo e il proposito di concrete iniziative per i giovani. Conosciamo altresì ed apprezziamo le sue iniziative per i pellegrinaggi a Lourdes e per l’assistenza degli anziani. Gioviale e pronto al dialogo, le poche ore trascorse insieme sono state una felice premessa all’azione pastorale che egli inizierà presso di noi a partire dal 27 gennaio prossimo.

• FESTA DI SAN MAURIZIO

Il vecchio proverbio dice che S. Maurizio e S. Gaudenzio sono due mercanti di neve; così domenica 13 gennaio Gignese ha festeggiato il suo Patrono ammantata di neve fresca caduta durante la notte.

Un gruppo volenteroso di giovani, ha provveduto di buona lena alla pulizia delle scalinate della Chiesa. La Santa Messa, nonostante il numero ridotto di persone a causa del cattivo tempo, è stata solenne ed allietata come sempre dalla scola cantorum; il Corpo musicale del Mottarone si era offerto, ma i Fabbriceri lo hanno esonerato dal servizio proprio per il brutto tempo; la tradizionale offerta all’incanto ha fruttato una somma che aiuta a superare le ultime difficoltà economiche.

Hotel Alpino oggi: mutilato dall'elegante guglia e coi segni di incendi e vandalismi, vetri e serramenti rotti, erbacce disordine.Tutto muove a trustezza e pensieri. Eppure l'edificio è in piedi: sinonimo di Rinascita?
Arciprete Don Benvenuto

Testi e foto tratti dal libro “Leggende, memorie storiche, aspetti passati e attuali di un piccolo Comune di montagna” Agosto 1981