Fraz. Alpino – Chiesa Madonna della neve (1928)

chiesetta della Madonna della Neve- loc. Alpino -

II crescente numero delle ville in località Alpino aveva destato in quei villeggianti il desiderio di avere una chiesetta in loco.
Il 17 agosto 1917, d. Picena inaugurava e benediva l’oratorio privato nella villa Marezzi, e vi celebrava la prima messa con largo intervento dei signori dell’Alpino ». L’oratorio, « aperto per la messa d tutti nei giorni festivi, non da più ragione per la distanza a tutti gli abitanti dell’Alpino di perderla, come purtroppo si perde anche dopo questo oratorio benedetto; il parroco di Gignese può star tranquillo: ai suoi parrocchiani lassù ha dato una chiesa; se vogliono possono santificare il giorno festivo senza querimonie più ».
E’ però comprensibile che tale soluzione avesse un carattere provvisorio, e che l’idea di una vera chiesa, sorretta da invidiabile disponibilità finanziaria, trovasse ben presto compimento.

Entrata chiesetta
vetrata

Il 4 marzo 1928 il vescovo Castelli, nella sua visita pastorale salì all’Alpino, « per vedere il luogo dove sorge la chiesa nuova. Lodò il disegno Bergami, la generosità dei signori di lassù, ma non approvò molto il luogo, perché umido e non centrale. Tuttavia incoraggiò l’impresa Castelli al lavoro ». L’architetto Bergomi è lo stesso che disegnò il Grand Hotel Alpino.
La chiesa sorgeva sul territorio comunale di Gignese; tuttavia l’Alpino si estendeva sui territori di Gignese, Vezzo e Levo e, proprio nel 1928, Vezzo entrava a far parte del comune di Gignese. Di modo ché si possono giustificare le richieste avanzate dai parroci di Levo e Vezzo per un uso interparrocchiale della chiesetta. A tali richieste don Picena si oppose fino all’ultimo; quello che potrebbe sembrare a prima vista un atto di egoismo interessato rivela invece ancor oggi una profonda conoscenza dell’animo umano e in particolare di quello del clero: « Contro certe pretese del parroco di Vezzo, volente la chiesa di uso interparrocchiale, ossia che i parroci di Levo, Vezzo e Gignese siano liberi utenti,al caso espose sue ragioni il Sac. G. Picena per sé e successori, le quali furono dal vescovo subito accettate, approvate anche con l’appoggio del diritto canonico. La chiesa fu voluta su quel di Gignese e perciò il parroco di Gignese solo ne ha diritto ed uso ».
La costruzione era già a buon punto se poté essere ultimata all’ inizio dell’estate 1928. Il 22 luglio d. Picena benediva rito privato la chiesetta, e la messa fu celebrata da un padre rosminiano.
Le ultime disposizioni sono dettate dal letto della sofferenza: « 7 agosto. Col signor /n tonino Strola il parroco tratta sul governo della chiesa Alpino: ai parroci di Levo e Vezzo che vorrebbero celebrare in essa, anche assieme al parroco di Gignese, si risponde un no assoluto, pur concedendo il permesso a quel di Vezzo che più batté l’Alpino per il 1928. Ai successori l’allargare la concessione ».
D’allora la chiesetta fu officiata anche da eminenti personalità ecclesiastiche che soggiornavano nella villetta adiacente.
I villeggianti costituirono una fabbriceria che ha lodevolmente contribuito al decoro del tempio. Vi si ammirano tra l’altro un Crocifisso e le formelle dell’altare, opere della scultrice milanese Liliana Nocera.


Essa, edificata con il concorso dei proprietari delle ville, è lunga 20 metri e fu costruita secondo le prescrizioni ecclesiastiche. E’ provvista di tutto l’occorrente per la celebrazione della S. Messa e altre funzioni di Chiesa, ed è aperta al culto dal mese di giugno a tutto settembre con soddisfacente frequenza di villeggianti in ogni funzione anche feriale. Benedetta l’anno scorso 1927 da Mons. Ettore Castelli, protonotario apostolico delegato dal Vescovo di Novara Mons. Giuseppe Castelli, è governata da un Consiglio di quattro membri e da due Fabbriceri con presidente il parroco di Gignese. Ad essi spetta la manutenzione e la provvista di quanto fa bisogno per l’esercizio del culto. Una chiave dell’Oratorio anzidetto sta sempre nelle mani del parroco Arciprete di Gignese. Il Consiglio e i Fabbriceri durano in canea tre anni e sono confermagli.
Il sacerdote che nei mesi estivi celebra in detto Oratorio è dalla Fabbriceria proposto all’Ordinario Diocesano (il Vescovo) e dalla Fabbriceria pagato.
La resa dei conti si fa annualmente al chiudersi della stagione ».
Così scriveva don Giovanni Prandi sul “Questionario della Parrocchia di San Maurizio” dell’anno 1928. Ogni qualvolta il Vescovo compiva la visita pastorale alle Parrocchie, i parroci erano tenuti a presentare il resoconto e l’inventario di tutti i beni mobili e immobili delle Parrocchie da loro amministrate. La chiesa dell’Alpino fu eretta in concomitanza di tempo con quella del Mottarone e tutte e due dedicate alla Madonna della Neve. Furono affidate a due rispettive Fabbricerie costituite secondo un preciso Statuto, perché provvedessero alla loro amministrazione. La chiesa dell’Alpino fa parte dei beni ecclesiastici di Gignese perché costruita sul suo territorio parrocchiale, mentre la chiesetta del Mottarone fa parte dei beni della Parrocchia di Levo perché eretta su territorio di codesta Parrocchia.
Pubblichiamo il testo della lettera di don Prandi, datata 10 settembre 1932, con la quale l’Arciprete chiedeva al Vescovo di Novara la nomina dei due fabbriceri scelti dai villeggianti e approvati dallo stesso Parroco di Gignese. « Eccellenza Rev.ma, Le comunico come i benefattori della Chiesa dell’Alpino, usando del loro diritto derivante dal Decreto Vescovile 10 giugno 1929, elessero quali Fabbriceri di detta Chiesa per la durata dì tre anni i signori Cav. Avv. Giano Ticozzi ed il Comm. Egidio Rampolli. In attesa della regolare approvazione, profondamente la ossequio ».
Gignese, 10 settembre 1932
Della Ecc.ma III.ma e Rev.ma Umil.mo in G.C. Arciprete D. Prandi – Presidente Fabbriceria dell’Alpino di Gignese è punto fermo richiesto dal Diritto Canonico che ogni Fabbriceria ecclesiastica abbia come presidente il Parroco protempore di quella Parrocchia. Dallo Statuto stralciamo quanto segue:
« Avuto il parere favorevole del Parroco, con questo nostro decreto diamo il necessario consenso, a termini del canone 1126 del Codice di Diritto Canonico, all’erezione della Chiesa nel luogo designato e secondo il disegno presentato.
Ordiniamo:
– che la Chiesa da dedicarsi alla Madonna della Neve abbia per rettore il parroco protempore di Gignese, nel cui distretto parrocchiale essa sta per sorgere;
– che alla manutenzione e all’amministrazione temporale di essa sovraintenda un consiglio di fabbriceria composto dal parroco protempore presidente e da due membri da rieleggersi o da rinnovarsi ogni triennio da NOI su proposta del PARROCO;
– che i bilanci e i consuntivi come gli atti eccedenti l’ordinaria amministrazione, secondo le leggi canoniche, vengano sottoposti all’approvazione ecclesiastica competente. (Il parroco del luogo e l’amministratore delegato del Vicariato) .
Per un lungo periodo di tempo la Curia di Novara si interessava a mandare ogni anno, nei mesi di luglio e agosto, un sacerdote cappellano dell’Alpino, per svolgere l’assistenza liturgica e pastorale in accordo con il parroco di Gignese secondo le particolari necessità dei villeggianti di questa zona.
Da alcuni anni invece la stessa Curia ha stabilito di affidare detta missione al Parroco dì Gignese, dato che la chiesa e la casa dell’Alpino sono su territorio parrocchiale di Gignese, come fu voluto dall’allora don Picena. A lui difatti spetta ogni giurisdizione ecclesiastica per la celebrazione di matrimoni ed altre funzioni liturgiche. Siamo dell’avviso che il sacerdote parroco, se è in buone condizioni di salute, possa svolgere con piena efficienza l’assistenza religiosa all’Alpino per tutto l’anno, anche nella stagione di maggiore affluenza di villeggianti, senza la necessità di ricorrere ad altri sacerdoti. Viene data così una impostazione di pastorale in comunione con l’intera comunità di Gignese, dove è pure presente d’estate un numero considerevole di villeggianti, con il quale è giusto vivere insieme un program-ma religioso.
Secondo le nuove norme volute dal Concilio l’istituzione “Fabbriceria” è superata; ora si da una maggiore possibilità ai fedeli di partecipare, non solo all’amministrazione dei beni di una Parrocchia, ma soprattutto alla propulsione di ogni programma pastorale insieme al proprio parroco, collaborando con lui al bene dell’intera comunità parrocchiale.
Mentre a Gignese, dopo i primi tentativi andati a vuoto, si attendono tempi maturi per strutturare un consiglio parrocchiale di pastorale che dovrà includere anche una rappresentanza dei villeggianti dell’Alpino, ora si sta provvedendo a costituire un gruppo provvisorio che aiuti il parroco nell’amministrazione dei beni. Perciò giustamente i vecchi Fabbriceri hanno presentato le dimissioni dall’incarico, che furono accettate dal Parroco ».
Abbiamo voluto pubblicare la cronistoria dell’Alpino perché ognuno sia a conoscenza in maniera giusta ed esauriente di ogni fatto, in attesa di porre le basi per una nuova struttura che avrà lo scopo di collaborare con il sacerdote parroco a mantenere in efficienza i beni ecclesiastici affidatici dai nostri padri; nello stesso tempo sappia offrire una disponibilità di tempo e di buona volontà per lavorare insieme in favore di tutta la comunità cristiana costituita dai Gignesini e dai villeggianti sempre numerosi e assidui presso la nostra Parrocchia.

Opuscolo della Parrocchia di Gignese, Vezzo e Nocco “Tra Arte e Fede”